Le condizioni attuali di contesto sono profondamente mutate ed hanno contribuito ad introdurre forti elementi di incertezza. Il rallentamento dello scenario economico rilevato sul finire del 2019, è proseguito drammaticamente nel 2020. Alla debolezza del ciclo si è aggiunto ad inizio 2020 l’impatto della pandemia per il Covid-19 che ha profondamente mutato le condizioni di contesto. Le drastiche misure introdotte per bloccare la diffusione del virus hanno avuto un pesante effetto sull’economia reale causando un’elevata incertezza previsionale.
Il mercato potenziale del Supply Chain Finance in Italia è enorme, pari a 483 miliardi di euro di crediti commerciali, in crescita dell’1,1% in un anno, ma solo il 31% è già servito da soluzioni che consentono alle imprese di finanziare il capitale circolante facendo leva sul ruolo e le relazioni della filiera. Sebbene ancora limitato, in Italia il Supply Chain Finance sta crescendo, diventando sempre più strategico per le imprese, ancor più in questo momento di crisi di liquidità a seguito dell’emergenza sanitaria, grazie al supporto delle tecnologie digitali, all’approccio manageriale di utilizzo che si sta diffondendo e alla varietà di soluzioni a disposizione, per cui ormai non è più solo sinonimo di Reverse Factoring.
In un recente report di Cribis, nel quarto trimestre del 2020 i ritardi nei pagamenti sono aumentati del 21,9% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Questo ha avuto come conseguenza il fatto che le Piccole, Medie e Micro Imprese hanno visto aumentare le esigenze in termini di finanziamento del capitale circolante.
Il segmento delle PMI rimane ancora molto legato alle soluzioni tradizionali. Secondo una recente rilevazione dell’Osservatorio Fintech & Insurtech, le PMI prediligono ancora l’anticipo fattura, con una PMI su tre (32%) che ha dichiarato di farne uso nel 2020.
Ancora limitato, invece, è l’utilizzo del Factoring, utilizzato soltanto dal 9% delle PMI.
Come evidenzia l’Osservatorio le motivazioni per le quali i il Factoring non abbia ancora raggiunto la maturità per le PMI in Italia sono sostanzialmente 3:
- “Il primo motivo è riconducibile alla bassa digitalizzazione delle PMI. Tutte, o quasi, le soluzioni di Factoring presenti sul mercato prevedono la gestione delle fatture e delle comunicazioni tramite piattaforme accessibili via web. Tuttavia, il telefono è ancora ampiamente utilizzato come mezzo di comunicazione con la società di Factoring, con il 37% delle PMI che ha dichiarato di utilizzarlo come canale principale.
- Il secondo motivo è il divieto della cessione del credito da parte dei loro clienti. Questi ultimi, per non modificare i propri flussi (e le proprie abitudini) di pagamento, non permettono ai propri fornitori di cedere le fatture a terze parti, non comprendendo come il Factoring possa essere fondamentale per PMI particolarmente esposte a lunghi tempi di pagamento.
- Il terzo motivo è di natura dimensionale. Le PMI hanno in media delle esposizioni verso i propri clienti che vanno da qualche centinaio di migliaia fino a un massimo di qualche decina di milioni di euro. In aggiunta a ciò, alcune filiere sono caratterizzate da un’elevata frammentazione del portafoglio clienti, rendendo molto difficile l’introduzione di soluzioni di Factoring strutturate”.
Il mercato del factoring registra peraltro un andamento positivo anche nel 2019, sia a livello europeo che a livello mondiale Il mercato del factoring nel 2019 ha confermato il trend positivo, registrando una crescita pari al 5,4% a livello mondiale, con un turnover cumulativo annuo di 2.917 miliardi di euro e pari all’8% a livello europeo, per un volume di 1.976 miliardi di euro.
Il mercato italiano del factoring resta ai vertici della classifica europea e mondiale:
- Il mercato europeo mantiene la posizione di maggior peso: 68% del mercato mondiale
- La Francia, con una crescita del 9%, ha raggiunto un turn over di 350 miliardi di euro, superando per la prima volta il Regno Unito che si è fermato a 329 miliardi di euro (+3%). L’Italia rimane ai vertici della classifica con un turn over di 263 miliardi di euro (+6,4%), insieme a Germania (275 mld di euro, +12,8%) e Spagna (186 miliardi di euro, +11,5%)
- L’Italia ha una quota significativa del mercato mondiale e di quello europeo (rispettivamente 9.03% e 13,33%).
- L’incidenza del factoring sul PIL, pari al 14%, conferma l’importante supporto fornito all’economia reale
L’anticipo delle fatture creditizie attraverso l’utilizzo di piattaforme digitali (digital invoice financing) è uno dei trend in accelerazione in tutta Europa. L’opportunità di ottenere liquidità in tempi veloci e con il ricorso a semplici procedure di caricamento sulla piattaforma stanno diventando soluzioni alternative ai canali bancari tradizionali.
Quali sono i fattori che contribuiranno alla diffusione dello strumento di digital factoring tra le PMI italiane nel prossimo quinquennio
- Flessibilità dell’offerta: Il Factoring deve permettere alle PMI clienti, di cedere le fatture discrezionalmente, venendo incontro alle necessità puntuali di liquidità, che possono essere causate da stagionalità o particolari contingenze.
- Approccio Consulenziale: le PMI richiedono un accompagnamento perché sono ancora impreparate alla transizione digitale e hanno limitate conoscenze delle soluzioni finanziarie digitali. E’ fondamentale che il factoring e le piattaforme si pongano come consulenti della PMI per supportarle in ogni fase del processo.
Inserire break up foto
Come è possibile ottenere liquidità per la tua azienda attraversa una operazione di digital factoring?
Attraverso un’operazione di invoice financing l’Azienda cede alcune delle proprie fatture creditizie attraverso una piattaforma fintech, dove gli investitori acquistano le stesse pagando un acconto iniziale del 90% del valore del credito. Gli investitori istituzionali incassano il controvalore versando il saldo all’avvenuto incasso delle stesse.
Attraverso la piattaforma l’Azienda ha la possibilità di selezionare quali fatture cedere in maniera selettiva, senza alcun obbligo di cessione di un complessivo pacchetto di crediti, come avviene con i tradizionali factoring. I costi sono estremamente trasparenti e si compongono di uno sconto che viene applicato dall’investitore, legato ai tempi di incasso della fattura e di una commissione riconosciuta alla piattaforma per l’attività di analisi e gestione della stessa. Nei processi di sconto fatture attraverso i canali bancari tradizionali vengono applicate diverse commissioni (istruttoria, presentazione effetti, insoluti, etc) oltre al tasso d’interesse finanziario.
L’anticipazione delle fatture attraverso il digital factoring pro soluto di Cash Nova, rappresenta una fonte di finanziamento, veloce e trasparente, alternativa per una Azienda alla ricerca di fonti di finanziamento diversificate, che le consente di selezionare e decidere quali crediti cedere pro soluto in funzione delle proprie esigenze di bilancio.
Fonti: Presentazione Assifact, assemblea annuale 16 giugno 2020 – Osservatorio Fintech & Insurancetech MIP Politecnico articolo 26 febbraio 2021